La Bianchetta della Val Polcevera

Nei giorni scorsi l’Associazione Genova World ha proposto come partner della “focaccia di San Giorgio” una Bianchetta DOC Val Polcevera.
Si tratta di un vitigno raccomandato sulla provincia di Genova. Suoi sinonimi sono giunchetta, giunchetto… E’ – secondo alcuni ma non tutti – clone dell’albarola (molti i sinonimi fra cui calcatella) nelle Cinque Terre. Molta peraltro è stata la confusione, ma analisi condotte sul DNA hanno denotato una presumibile omogeneità, le caratteristiche differenti si legherebbero all’ambientazione sul territorio. L’ipotesi di identicità (ventilata già dal botanico finalese Gallesio 1772-1839) affiorerebbe soprattutto in termini di colore, sia nel grappolo sia nel vinificato, entrambi assai poco carichi; ma viceversa secondo altre fonti – fra cui il Registro nazionale del Ministero politiche agricole - l’albarola “alto-tirrenico” da Levante (Luni, Sarzana) si sarebbe mischiato alla bianchetta genovese solo a causa della fillossera, si tratterebbe quindi di due vitigni simili ma diversi...
Sia come sia, la tipologia vinificata nella DOC Val Polcevera, area celebre anche per il “cru” Coronata, s’accompagna ottimamente a finger food, stuzzichini da aperitivo, torte salate, farinata, acciughe ripiene, baccalà al verde, ecc. Quella vinificata nella DOC Golfo del Tigullio predilige minor sapidità, e dunque minestre di verdure con risi, zucche e zucchine, torta baciocca, pansoti con la salsa di noci…
Se questo vino t’intriga, e vuoi approfondirlo nella sua valle “genovese” d’immediato riferimento, dove fu ritrovata anche la Tavola Bronzea (è una valle di salumi, corzetti * , panmorone, formaggi, miele…), a questo link http://www.ligucibario.com/omaggio-alla-val-polcevera/ trovi un mio lungo articolo, forse un po’ accorato, perché la Val Polcevera ha patito tante offese antiche e recenti, ed i suoi patrimoni paesaggistici, culturali e artigianali chiedono tutela e valorizzazione.
Buon viaggio, amico lettore!
* mi riferisco ovviamente a quelli tirati con le dita, a forma di "otto" come piccole eliche (gli antichi Genovesi li mangiavano col cucchiaio), diversi dai croxetti stampati del Levante
Umberto Curti
direttore scientifico di Genova World

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