San Giorgio, a Genova profumo di origano
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Palazzo Tursi, sede del Comune di Genova |
La Festa della Bandiera, nata a
Genova nel 2019, anche quest’anno omaggia il 23 aprile la figura di San Giorgio,
per valorizzare l’identità cittadina, rafforzare il senso di appartenenza dei
Genovesi, promuovere la tradizione locale e le bellezze storico culturali della
città.
In vista di tale data, e per
celebrare la famosa croce rossa in campo bianco divenuta stemma comunale,
l’associazione culturale “Genova World” (Luisa Puppo, Paola Minale, Umberto
Curti, Stefano Bruzzone, Roberto Costa, Sonia Speroni, Mina Popia, Manuel
Carbone) ha progettato, compatibilmente con le restrizioni dovute all’emergenza
coronavirus, e in stretta sinergia con gli Assessorati cultura (Barbara Grosso)
e turismo (Laura Gaggero) dell’Amministrazione pubblica, un’iniziativa a carattere
enogastronomico, che si concreterà – per il momento – soprattutto in video e
webinar.
In vista del 23 aprile, è dunque
scattato il countdown.
Ci piace, Amico Lettore, fornirti
qualche indizio il quale – collegato agli altri che pubblicheremo qui nei
prossimi giorni… - consenta via via di
“visualizzare” l’idea/ricetta (quanto mai golosa e salubre) intorno alla quale
“Genova World” ha lavorato e lavorerà.
Oggi, per cominciare, è il turno “profumato”
dell’origano.
La parola è un composto del greco
oros = monte. In Liguria - pregiato quello del monte di Portofino (GE) ecc. – è
chiamato in dialetto cornabüggia (e peperello nell’entroterra spezzino, dove
abbonda il timo), ma non va mai confuso con la maggiorana (persa),
che trionfa nei ravioli alla genovese, nelle verdure ripiene, nei polpettoni di
patate e fagiolini. Cornabüggia ricorre sin da antichi dizionari, e conferma
alcune proprietà terapeutiche, oltre che aromatiche e cosmetiche, della pianta.
Essa si sposa così bene alle acciughe che in Toscana prende addirittura il nome
di acciughero. L’origano non a caso è importantissimo, a Ponente, nella “pizza”
sardenaira/piscialandrea, che fa appunto uso di sardine/acciughe (ad Apricale
di machetto) e che s’affratella lessicalmente alla pissaladière provenzale (pesce
salato, dunque, e non Andrea Doria se non nelle leggende…).
A domani per il prossimo indizio,
stay tuned
Umberto Curti
direttore scientifico di Genova World
direttore scientifico di Genova World
Ottima iniziativa per tramandare le tradizioni religiose e gastronomiche... aspettiamo i prossimi indizi... Alessandra N.
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