L'anno che è venuto

Le meravigliose logge di Santa Chiara, a Imperia

Mai come stavolta si può affermare che l’anno nuovo dovrà far tesoro di quanto avvenuto nel precedente. Una pandemia infatti non pone soltanto urgenze sanitarie, ma implica di porre in discussione molti modelli di vita, di lavoro, di quotidianità sin qui invalsi fino a diventare, o ad apparire, immutabili…
Se tutti siamo ormai chiamati sempre più in causa, lo è anche un’associazione culturale nata – di fatto – come “centro studi” da cui irradiare strategie di valorizzazione territoriale (implicitamente della città di Genova, del Genovesato, della Liguria). Da cui concertare iniziative lato sensu culturali, di sostenibilità, di buonessere.
Personalmente ho trascorso la giovinezza dentro una stagione molto o troppo politicizzata, che chiamava – talvolta in modo illusorio – alla partecipazione, all’engagement, alla revisione del passato, finanche all’estremismo. Furono gli anni, secondo preferenze, di Eugenio Montale, di Theodor Adorno, di Pier Paolo Pasolini, di Edoardo Sanguineti e di molti altri, e non riesce difficile recuperare in questi autorevoli maestri qualcosa (ora un’intuizione, ora un'immagine, ora un grido, ora una profezia…) che possa rivelarsi tuttora utile. E che possa giovare al fronteggiamento di dinamiche socioeconomiche sempre più dispari, accelerate, indecifrabili, dove consumismo fatuo e abuso tecnologico condannano via via l’uomo allo straniamento, al monadismo, alla precarietà, all’irrilevanza.
Della stagione (contraddittoria) che contrassegnò la mia giovinezza custodisco più che altro, di fatto, una convinzione: ovvero di come tutto, in qualche modo, sia politica. Non nell’accezione che oggi identifica semplicemente l’attività di chi governa e di chi vi si oppone. Bensì nell’accezione originaria, alta, che colloca il cittadino – ogni cittadino nessuno escluso - come parte attiva di un organismo pubblico (la pòlis), dove muoversi solidalmente per il bene comune. In una simile dimensione, pur senza rifarsi a Antonio Gramsci o Thomas Mann, ogni atto è politico, ogni condotta, scelta, acquisto è politica.
Si tratta, verosimilmente, d’una riflessione cui nessuno può sottrarsi, oggi che la “modernità” (post)industriale da un lato omologa gli individui per asservirli, dall’altro brutalizza il pianeta compromettendo clima, habitat, equilibri, culture tradizionali.
Allora, mi chiedo e mi dico, v’è forse una biodiversità anzitutto umana da custodire(1), dell’essere umano che ama la terra e il prossimo, e attorno ad essa vorrei nel 2021 ingaggiare le professionalità e l’esperienza dei soci di “Genova World”. L’avvenire si costruisce nel presente (è l'io che diventa noi nella poesia di Giorgio Caproni), e dunque vorrei domandare a Luisa Puppo quale vision renderà davvero competitiva (aldilà di slogan elettoralistici) questa città che lei ed io quasi sempre adoriamo e qualche volta detestiamo; a Paola Minale come individuare la qualità alimentare oggi che molti cibi stanno purtroppo trasformandosi in health killers; a Stefano Bruzzone come saranno il buon basilico e il pesto di domani; a Manuel Carbone per quali grani, farine e impasti sarà doveroso battersi; a Sonia Speroni come si muoverà il turismo domestic e l’incoming che riguarda la nostra regione, e che insegue esperienze, paesaggi naturali, i borghi antichi; a Mina Popia e a Roberto Costa quali scelte riterranno prioritarie nelle loro strutture di Arenzano e del mondo per coniugare genius loci e marketing della ristorazione.
Sto battendo un colpo, siete con me?
(1)tema di cui mi occupo non da oggi, il Lettore curioso può leggermi anche nel Libro bianco del turismo esperienziale e food&crafts, ed. Sabatelli (SV), dic. 2018, pp. 22-33

Umberto Curti, direttore scientifico dell'associazione Genova World

Commenti

  1. Ben volentieri raccolgo l'invito di Umberto Curti... A prestissimo con un post dedicato al tema che mi ha proposto

    RispondiElimina
  2. Personalmente, vorrei unire l’arco della riviera con quello dell’Appennino...pretendo troppo?
    Non mi sto riferendo a stravolgimenti tellurici ma...culturali.
    La consapevolezza del proprio valore è infatti, ciò che avrebbe impedito a Fantine di svendere la propria bellezza per pochi denari al primo baracconaio mettendola, suo malgrado, alla mercé di tutti.
    Valorizziamo dunque, proteggendola, la bellezza del nostro prezioso territorio...

    M. Popia

    RispondiElimina
  3. Una sfida accettata! ho condiviso le tue esperienze giovanili, e anch'io ritengo impossibile vivere senza dare una contributo, una proposta , un'opinione che nel suo piccolo, insieme a tutte le altre, influenzi e modifichi il corso della storia umana. E credo molto nel detto che se si vuole correre in fretta si va da soli, ma se si vuole andare lontano bisogna insieme a persone che condividono la meta da raggiungere.
    La nostra amata, anche se ogni tanto un pò refiosa, Liguria ha tutte le caratteristiche per essere laboratorio di eccellenze , e certo non solo nel cibo; le caratteristiche dei nostri prodotti provenienti da terreni aspri e condizioni difficili sono straordinarie per la concentrazione di sapori, per la diversità, e anche perché in gran parte lontane dai trattamenti fitosanitari o chimici necessari nella grande produzione.
    I temi che vorrei condividere nel nuovo anno sono anche legati alla situazione attuale, e quindi sono collegati allo stato di salute, che dobbiamo difendere attivamente, con i nostri comportamenti, anche alimentari.
    In primis la biodiversità, da te citata, che sembra essere alla base della giusta stimolazione del nostro sistema immunitario; secondo tema, la azione che l' alimentazione, attraverso l'influenza sul microbiota intestinale, ha sulle nostre difese e sulla infiammazione cronica che sembra essere alla base dell'invecchiamento. Ma ancora, in primavera vorrei condividere le nozioni di base sul "foraging", molto di moda nella alta cucina di oggi: per noi liguri, l'uso delle erbe spontanee in cucina è una pratica conosciuta da secoli e ancora praticata e tramandata da nonni sapienti, con la raccolta del "prebuggiun", delle boraggini selvatiche, dell'erba luisa , l'uso delle aromatiche per conservare e dare sapidità ai piatti riducendo l'uso di sale, un tempo prezioso e che oggi rappresenta un costo per la nostra salute!
    Questo sarà il mio benvenuto ad un nuovo anno, certamente non facile, ma nel quale la miglior cosa da fare è ripartire dalla semplicità e dalle capacità di resistenza caratteristiche di Genova e della Liguria.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post più popolari