Liguria, arte futurista anche in cucina

 


Il futurismo, sola vera avanguardia artistica italiana, attecchì fortemente anche in Liguria, specie ma non solo sull’area Savona-Albissole. Filippo Tommaso Marinetti, capo indiscusso del movimento, fu sovente in loco, incontrando ripetutamente adepti e intellettuali.
Pochi tuttavia sanno che il futurismo intese occuparsi anche di gastronomia (la sua visione rivoluzionaria non avrebbe potuto prescinderne…), col concorso creativo di alcuni aderenti liguri, poeti, architetti, ceramisti...
Nella primavera del 1932 uscì infatti presso l’editore Sonzogno La cucina futurista, fatica di Marinetti e di Fillìa, leader del gruppo torinese. Ben 172 piatti e “polibibite” firmati - tra gli altri - anche da Farfa, Diulgheroff, Tullio d’Albisola, Prampolini. L’anno precedente s’erano svolte a preludio, anche a Genova e Chiavari, cene assai movimentate, ed era apparso un Manifesto dove Marinetti, coi soliti enunciati da guru, addirittura demonizzava l’abitudine italica della pasta, alimento che a suo dire infiacchiva la nazione*…
La cucina futurista uscì con tiratura 6.000 copie. Accanto alle ricette, il critico letterario Alfredo Panzini redasse un apparato esplicativo dei numerosi e bizzarri neologismi.
Oggi disponiamo di un biglietto dagli accenti “marinettiani” che il pittore Tullio Crali – vicinissimo a Marinetti – nel 1932 inoltrò all’indirizzo savonese di Farfa: «Ho letto su Cucina Futurista le tue ricette, ne sono talmente entusiasta che sento il bisogno di avere una tua foto con contorno di testina il tutto in un brodo di bromuro d'argento»…
Tali rapide missive restituiscono il modo di essere e fare di molti futuristi dell’epoca. Per il Marinetti gastronomo, ad esempio, il pranzo economico si sarebbe dovuto degustare “mentre un abile declamatore farà esplodere le liriche umoristiche del Poeta-Record Nazionale Farfa, imitandone la tipica voce di miope tubo di scappamento”.
Il 18 febbraio è apparso in edicola, puntuale malgré tout, Liguria Food n. 21. Per questo numero del bimestrale edito da Dario Sabatelli** ho redatto un approfondito articolo sulla cucina futurista, comprese le 7 ricette, pardòn le 7 formule, che proprio Farfa compilò per la raccolta di Marinetti e Fillia. Si tratta di (e godetevele fin dal nome)

1.Bianco e nero. 2.Terra di Pozzuoli e verde veronese. 3.Fragolamammella. 4.Garofani allo spiedo. 5.Carota + calzoni = professore. 6.Caffèmanna. 7.Senato della digestione.


Quantunque anche queste 7 invenzioni, al pari di tutta la cucina futurista (eccetto rarissimi casi fra cui forse qualche ricetta con risi), sembrino soprattutto voli di fantasia, ed assai poco reali manicaretti, dentro al mio testo Dario Sabatelli ha con maestria inserito anche foto di piatti futuristi, scattate al ristorante torinese “La Cloche 1967” in occasione della serata 23 marzo 2019 progettata da Clara e Gigi Padovani per Pagine di Storia a Tavola. Per tale occasione il cuoco Luca Taretto difatti eseguì ricette di Fillìa ed altri: la Listavivande, dopo la polibibita Giostra d’Alcol, “impiattava” sorprese quali lo Scoppio in gola, le Uova divorziate, la Compenetrazione e Fragola Mammella...
Chissà che anche la nostra Associazione non possa cimentarsi in un'analoga sfida, magari presso "Azzurrodue" ad Arenzano, o magari ospiti di Roberto Costa a Londra, impegnando Manuel Carbone agli impasti e Stefano Bruzzone al mortaio... A Luisa Puppo, naturalmente, il Gourmet English!
Umberto Curti, direttore scientifico di Genova World

* furono necessarie preghiere ad hoc per scampare al pericolo quantomeno i ravioli e le trenette avvantaggiate, condite con “salsa smeraldo” (pesto)
** figlio di Marco Sabatelli, intellettuale poliedrico, e sino alla fine uno dei più stretti “sodali” del futurismo ligure. Sia davvero lode a lui

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