Preboggion, prescinseua, Pasqualina
torta pasqualina |
Paese che vai, usanze che trovi…
A
Pasqua un giro d’Italia gourmet incontrerebbe il casatiello, l’agnello, la
pastiera… Ed in Liguria e a Genova, anzitutto, la cima ripiena (la canta anche De André) e ancor più la torta
Pasqualina.
Di
questa gloria del ricettario ligure ho scritto (clicca qui) e raccontato tanto, forse tutto,
escludo esca fuori altra documentazione storica in grado di chiarirci aspetti
sin qui poco noti. Non v’è peraltro concordia circa il ripieno (preböggiön,
bietole, spinaci, carciofi…), ma direi che ancora una volta si cucinava in base
a quel che gli orti offrivano, dunque tenderei originariamente ad escludere,
per motivi di stagionalità, i carciofi.
Non
v’è poi chiarezza circa la cosiddetta torta cappuccina, che forse differiva
dalla Pasqualina per ripieno, oppure per il fatto che la prescinsêua venisse
mescolata, anziché solo sovrapposta, a quel ripieno…
Circa
la prescinsêua, mi sia permessa la doverosa parentesi, molti ancora si ostinano
anche sul web a suggerirla per la focaccia col formaggio (quella di Recco, per
intenderci), ignorando il fatto che essa, in cottura, asciugherebbe la
preparazione. Dunque, consiglio d’usar solo una buona crescenza (a propria
volta cosa diversa dallo stracchino), e di destinare la prescinsêua – vista la
versatilità - alle torte di verdura, ai pansoti (che non nacquero certo di
ricotta e spinaci…), alle cheesecake, e a tante nuove idee. Non ultima, ovviamente, la deliziosa "focaccia di San Giorgio" (clicca qui)...
Circa
la Pasqualina, infine, non v’è concordia neppur circa la cosiddetta pasta
matta, oggi oramai forse l’impasto più “gettonato”: sola farina 00? Oppure
00+manitoba? Solo farina manitoba? 0ppure solo farina 0?
Personalmente,
per evitare la 00 e la manitoba, farine che non amo, lavoro un impasto in cui
mescolo 250g di farina semintegrale 2 e 150g di farina 0, aggiungendo 70ml di
extravergine e 15g di sale marino integrale, sino ad ottenere un amalgama
soffice ed elastico, che avvolgo nella pellicola e raffreddo in frigorifero per
circa un’ora, estraendolo mezz’ora prima della stesura al mattarello. Con un
po’ d’attenzione, visto che tende a rompersi un poco di più rispetto ad un
impasto con sole (robuste) farine manitoba, è perfetto anche per la focaccia
col formaggio.
Liguria
che vai, Pasqualine che trovi… Il mio brindisi è con una DOC Val Polcevera
Bianchetta, bevuta a 11°C in tulipani a stelo alto.
Umberto
Curti, direttore scientifico di Genova World
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