Un gesto per Kabul

Prima pagina "Il Secolo XIX" 27/08/21


Kabul ci appare ed è molto lontana. Dei drammi che vi accadono possiamo conoscere solo ciò che leggiamo o vediamo sui media, qualche volta filtrando le notizie. In realtà, Kabul è vicina, nel senso che ogni essere umano “partecipa” dell’intera umanità e per essa dovrebbe spendersi. Ma soprattutto credo che nel 2021 occorra ritenere incredibile che ancora qui e là nel mondo siano a rischio i diritti umani e/o i destini del genere femminile. In pochi giorni uno scenario è crollato (ovviamente non entro in alcun modo nel merito delle dinamiche politico-militari) e di colpo sono riemersi proscrizioni, fanatismi, fruste, burqa, angosce, esodi... Nessuno di noi dinanzi a tragedie e disperazioni di tale portata può né dovrebbe chiamarsi fuori. Sebbene riesca difficile, da qui, capire come aiutare chi è in pericolo, le donne afghane, le famiglie in fuga, occorrerebbe almeno rifletterci, smettere per un po' i riti – imbarazzanti? - della nostra quotidianità privilegiata, pasciuta e indolente, i selfie sui social, l'esibizione narcisistica e ossessiva dei luoghi di vacanza e/o dei ristoranti visitati...
Come Presidente di “Genova World” e anzitutto come donna intendo, per quanto possibile, pormi a disposizione di enti e organismi i quali nell'immediato necessitassero di un aiuto che io sia in grado ragionevolmente di fornire. Non so al momento dove o come muovermi, ma avverto come un dovere personale (un dovere di tutti…) tentare, pur io nel mio piccolo, di intervenire dando una mano. Presumo che, accogliendo i profughi in Italia e Liguria, vi sia ad esempio bisogno di saponi, lamette da barba, assorbenti, dentifrici, giocattoli… Piccole grandi cose che noi qui oramai diamo per scontate e che in realtà fanno la differenza e la dignità quotidiane. Si può contribuire? Spedirne un po’? A chi rivolgersi?
Come sempre, Umberto Curti è accanto a me e condivide il mio fine.

Luisa Puppo

Commenti

  1. Condivido sentimenti e preoccupazione. Un monito da accogliere e fare mio.

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  2. Le immagini a cui abbiamo assistito in questi giorni difficilmente potranno essere rimosse dalle nostre coscienze e non devono essere assolutamente dimenticate . Per questo io credo si debba continuare a parlarne . Aiutare chi è venuto via e soprattutto aiutare chi è rimasto là e vorrebbe venir via .
    Forse bisognerebbe far crescere dal basso la pressione sulle istituzioni affinché si attivino in questo senso. Non voglio fare polemiche sull'intervento disastroso che è stato fatto.
    La situazione era un disastro vent'anni fa e nulla o troppo poco è stato fatto per cambiarla : purtroppo la situazione femminile in Afghanistan è simile a quella di molti altri paesi dell'area islamica .
    Nell'immediato sarà sicuramente utile cercare di portare ai profughi un aiuto materiale soprattutto alle donne e ai bambini. Questi piccoli hanno vissuto momenti terrificanti e non oso pensare la sofferenza di queste creature anche da un punto di vista psicologico . Probabilmente nel breve periodo le persone si mobiliteranno ma l'aiuto deve essere costante e protratto nel tempo .
    Qualunque iniziativa vorrete intraprendere io sarò al vostro fianco e cercherò di coinvolgere la sensibilità di altre persone .
    Grazie Luisa e Umberto .

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