Conferenza di Umberto Curti alla Biblioteca "Saffi"

elena ghigliani e umberto curti

Bel successo anche di pubblico alla Biblioteca "Saffi" di Genova-Molassana per la conferenza “Viaggi Verdi. Biodiversità e diacronie dal Nuovo Mondo all’Europa”, tenuta da Umberto Curti anche in vista di Euroflora, che aprirà i battenti il 23 aprile prossimo.

Dopo i saluti di benvenuto della sempre squisita dottoressa Elena Ghigliani, del Comune di Genova, e miei in qualità di presidente dell’associazione culturale “Genova World” di cui state navigando il blog, si è entrati – come si dice - nel vivo dell’incontro.
Umberto Curti, attraverso alcune slides particolarmente avvincenti, ha raccontato via via, in senso geostorico, botanico e gastronomico, gli scambi “alimentari” fra le Americhe e il Vecchio Mondo, che determinarono una rivoluzione anche culturale e poi inevitabilmente tecnologica, per la necessità di trasportare e conservare tutte quelle materie prime.
Una storia di storie, mossa da fede, ambizioni personali, corsa all’oro, spezie, nella quale il ligure Cristoforo Colombo fu solo uno – benché poi forse il più celebre - dei molti protagonisti.

Sono così scorse, proiettate sullo schermo dal relatore, immagini di mappe, di quadri, di porti, dove s’ancoravano caravelle e galere cariche di equipaggi quasi sempre stremati, cui la famosa galletta (quella che oggi adoriamo con la capponadda camogliese e il cappon magro) e poco altro non offriva a bordo bastanti protezioni contro lo scorbuto e altre patologie debilitanti…
Ed ecco via via giungere ed affermarsi in Europa il mais, la patata, il pomodoro, il cacao, il tacchino…, ma notoriamente non è tutto oro quel che riluce, perché il monofagismo maidico causò nel Nord Italia il dilagare della pellagra, perché nell’Ottocento la malefica fillossera quasi estinse la viticoltura europea, perché nel Novecento la dorifora dall'aspetto quasi gentile s’accanì contro patate e molti altri ortaggi…
Non sono mancati, naturalmente, riferimenti (doverosi) a Linneo e a Vavilov, e la conferenza è terminata anche esplorando la famosa tela “La cuoca” di Bernardo Strozzi (1625), conservata in Genova a Palazzo Bianco, dove una fantesca al servizio di famiglie patrizie (ella stessa indossa una collana di corallo) spiuma volatili, scaldata dal fuoco di un caminetto, e poco discosto si riconosce, appeso alla sua destra, proprio un tacchino…
A presto, amici Lettori, per nuove conferenze!

Luisa Puppo

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