Miele, tesoro di Liguria
finalborgo, antica capitale del marchesato dei del carretto. Il finalese si caratterizza per ottimi mieli |
Si dice che Pitagora si nutrisse quasi
solo di miele, soprattutto al mattino…
Il 17 maggio è la giornata in cui si festeggia questo alimento nutraceutico, “sacro”, apprezzatissimo
già in epoca romana e poi medievale...
Oggi sei nella Liguria di Triora (IM), del
Finalese (SV), di Torriglia (GE), di Calice al Cornoviglio (SP) dove gli viene anche
intitolato un museo..., piccole produzioni che hanno di recente sofferto anni
bui, il 2019 su tutti. In Liguria il miele è ricavato da api di sottospecie autoctona
dell’Italia peninsulare, ma purtroppo sempre più insidiate da insetti stranieri
aggressivi (la Regione ha attivato campagne di contrasto alla terribile vespa
velutina, un calabrone asiatico che presso i nostri alveari divora le bottinatrici).
Abbinalo, oltre che consumarlo a sé, a formaggi erborinati, pecorini pungenti, bleu
francesi e inglesi, lardo… Inoltre, è DOP quello – “storico” - della confinante
Lunigiana, di castagno e di acacia, il primo un po’ più scuro e forte, il
secondo più chiaro, fluido e delicato.
Ad Imperia, poi, si prepara una salsa –
“novecentesca” - al miele, salata, per arrosti, cugina - più che sorella - della
cosiddetta salsa d’api, piemontese, da bolliti.
Qualche tempo fa mi è occorso
di vedere, nel classico cineclub “fuori mano”, un magnifico docufilm svizzero
del 2012, “More than honey”, nel quale già emergeva come, nel momento in cui le
api dovessero estinguersi, il mondo stesso sarebbe alla fine. Su questo tema
così delicato, che non a caso turba molti appassionati di miele e d’arnie, e che come sempre chiama alla sensibilizzazione "Genova World" stessa, suggerisco quindi anche il link sottostante, è un lungo contributo di Marco
Valentini, apicoltore e docente, proprio sul rischio di scomparsa dell’apis
mellifera ligustica (Spinola), prima – come si suol dire – che sia troppo tardi…
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