L'acquisto del cibo
la tradizione ligure delle torte di verdura |
Personalmente ho rivisto la mie abitudini riguardo l’acquisto del cibo. Negli ultimi anni, lavorando a Milano e spesso in trasferta, mi ero ridotta a costruire il menu settimanale su quello che trovavo nella grande distribuzione.
Di conseguenza i miei pasti quotidiani erano tendenzialmente appiattiti, "preconfezionati" come molto di ciò che occhieggia dalle corsie degli ipermercati. Il confino in quarantena mi ha costretta,
non avendo un supermercato nel Comune di residenza, a pianificare i miei
acquisti con le aziende agricole di prossimità (qui nel Pavese non mancano di certo) che
effettuavano, con non poco sforzo, la consegna a domicilio.
Devo dire che la cosiddetta filiera breve mi ha donato una
“seconda giovinezza alimentare”, complice l’amico Umberto Curti che ha narrato online un patrimonio di contenuti e ricette della mia terra, il progetto della "Focaccia
di San Giorgio" (prescinseua, origano, patate della val Bormida, olive taggiasche, acciughe di Monterosso), che come Associazione Genova World abbiamo concretizzato, sviluppato e
promosso proprio durante il confino, e infine cito anche un lodevole gruppo (di ricette) su
Facebook, credo ideato nel levante ligure, che mi ha fatto riscoprire i piatti
dell'infanzia a Quarto dei Mille. Il bagnun de ancioe, la
torta di gee, la baciocca di patate.
Ho perfino imparato ad impastare: se fino a tre mesi fa consumavo un chilo di farina all’anno, giusto per infarinare
le scaloppine, ora conosco bene la differenza tra farina debole e farina forte, tra raffinata e semintegrale, tra lieviti veloci e prefermenti come il li.co.li., quale
utilizzare per la focaccia e quale per gli gnocchi... Ho cercato, come da
tradizione ligure, di creare tanto con poco, di riciclare utilizzando la cucina del ripieno,
le erbe selvatiche, e un po’ anche l’arte dell’arrangiarsi con
quel che si ha.
E ho ritrovato un sapore, a me e a
tutti i Liguri, assai caro, il sapore della maggiorana, in dialetto erba persa, per me
che mi ero "persa" sugli scaffali della standardizzazione alimentare di chi ci vorrebbe tutti uguali...
Sonia Speroni, Socio fondatore di "Genova World"
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