3 febbraio, San Biagio e il pandolce
Il 3 febbraio si celebra San Biagio (di Sebaste), vescovo armeno e martire, vissuto tra III e IV secolo e venerato anche dagli Ortodossi. A Chiavari (GE), in Liguria, è contitolare della parrocchia di Bacezza. Ogni 3 febbraio presso il Santuario mariano di N.S. dell'Olivo, lungo l’Aurelia “di collina”, riedificata nel secolo XVII per la cessazione di una pestilenza, si celebra l'Eucaristia benedicendo il grano e venerando una reliquia del Santo.
Pochissimo
peraltro conosciamo della sua biografia. Ma è figura che interessa anche i
gastronomi poiché, come noto, “el dì de San Bias se benediss la gula e el nas”,
così dicono in Lombardia, mangiando una porzione di panettone (il pan grande)
specificamente messo da parte, e talora benedetto…
L’uso
ricorre anche a Genova, col pandolce, che a Natale si prepara sia nella
versione alta (più antica, lievitata con pasta madre) sia nella versione bassa
(sorta di pastafrolla, più friabile, lievitata con baking), oggi la preferita,
tendenzialmente più ricca…
Il dolce genovese di fine pranzo (pan del marinaio in Riviera e Genoa cake nel mondo), sia alto o basso, merita poi sempre un rito casalingo peculiare, è infatti il più giovane di casa a conficcare o rimuovere nel pandolce un rametto d’alloro/ulivo, ma è soltanto il pater familias ad affettarlo e distribuirlo, serbandone 2 fette, una appunto per San Biagio, ed una fasciata col tovagliolo per i primi bisognosi che bussassero all’uscio…
Su questi temi ho scritto tanto, ed
ebbe un picco di navigazioni e “consensi” un mio post - con video della ricetta
- del 19 novembre 2015 (http://www.ligucibario.com/pandolcegenovese/
), nel quale “sentenziavo” Mai Natale senza pandolce! Che si
consumi a Natale, o il 3 febbraio, o in qualunque momento dell’anno, un
tulipanino di passito a bacca bianca sarà sempre l’abbinamento migliore, e chi può aprire uno Sciacchetrà…
Umberto
Curti
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